Pagina:Petruccelli della Gattina - I suicidi di Parigi, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/62

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X.

Ciò che si cerca e ciò che si trova.

Sergio era partito da due giorni, per non so quale inauguramento di statua di grande uomo in una città di provincia.

Madama Thibault era uno di quei misteri delle grandi città, cui si sospettano, cui si indovinano anzi, ma cui non si riesce mica spesso a spiegare.

Il solo uomo che conoscesse il totale di questo logogrifo era il dottore di Nubo, perchè egli era stato in parecchie occasioni, come per tanti altri, il suo medico, il suo confessore, il suo complice, il suo coadiutore, il suo consigliere, e chi sa se non vi ebbero pure tra loro relazioni di altra natura.

Il dottore aveva conosciuto questa donna in una circostanza terribile. Egli aveva prestato i soccorsi del suo ministero al signor Thibault, che era stato portato in casa sur una barella, ferito a morte in duello. Poi, il dottore era restato medico della giovine bella vedovina.

Il signor Thibault aveva guadagnato una fortuna considerevole nel commercio dei grani. Quella fortuna era nel suo portafogli. Perocchè, egli andava a farne collocamento, quando una provocazione — sotto la forma di uno schiaffo — sopraggiunse, — e vi mise ostacolo.

Gli eredi non trovarono becco di quattrino di quella fortuna.

E si disse, che la vedova avesse rubato i parenti di suo marito; che il dottore le avesse tenuto il sacco nell’operazione.

Tutto codesto, nel fondo fondo, era presso a poco falso. Madama Thibault non aveva sottratto che un centinaio di mille franchi, tutt’al più.

Nondimanco, ella menava una grande esistenza!

Per giustificarla in un modo meno sgustevole, ella lasciava correre, senza troppo contraddirli, gli altri rumori