Pagina:Piano regolatore di Roma 1883 - Relazione.djvu/76

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zione e coi quartieri nuovi dell’Esquilino. La larghezza del traforo potrebbe essere di metri 16 come quella della via Milano: il massimo della spesa può ritenersi di Lire 2000 a Metro andante, compresi anche i due prospetti decorati, lo che darebbe un totale di Lire 440 mila, secondo le notizie avute dall’ufficio Tecnico, e per sicurezza poniamo anche mezzo milione; mentre l’apertura di strada di uguale lunghezza, a traverso un fabbricato anche di poca entità, non potrebbe costare meno di un paio di milioni. Giova notare che la distanza, la quale resterebbe fra il traforo e il Palazzo reale è di metri 84; e che anche ampliando la Reggia con altrettanta larghezza di fabbricato, quanta ne ha attualmente, sempre resterebbe uno spazio libero interposto almeno di Metri 24.

Ne’ si creda poi che opere di questa specie non siano state eseguite in altre grandi città, quando la difficoltà del movimento ne dimostrò il bisogno e la opportunità. Nella capitale dell’Ungheria ve ne ha esempio che calza perfettamente al nostro proposito, e che parecchi fra Voi vedeste sul luogo nei vostri viaggi. Sotto il colle di Buda infatti esiste una via sotterranea lunga circa metri 290 (un terzo più di quella che avrebbe la nostra), e ad essa fa capo in linea retta il noto ponte sul Danubio, che unisce lo due parti della Città Buda e Pest. Quel colle, di forma consimile al nostro Quirinale, e sul quale tra gli altri edifizi sorge pure il Palazzo Imperiale, prima che vi si praticasse il traforo occorreva girarlo per le altre vie che si rannodano alla testata del ponte e all’opposto ingresso del sotterraneo, ovvero salirlo e discenderlo con risentite pen-