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96 | le ostriche di san damiano |
di uno che è molto goloso: vizio spiacente quant'altri mai, come definisce Dante nel canto di Ciacco Fiorentino: e cominciamo senz'altro:
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Avevo fame quella mattina: più fame del consueto, prima perchè spirava dal cielo terso d'aprile un'aura montanina che faceva amabilmente accapponar la pelle, e poi perchè l'ora dell'asciolvere era stata ritardata di un buon quarto d'ora per esser dovuto andare all'ufficio delle Finanza a ritirare lo stipendio.
Del resto è incredibile quanto conferisca a temprar l'appetito l'abitudine di sfiatarsi un poco co' giovani nella scuola; e anche i polmoni se ne avvantaggiano tanto! Quella mattina poi mi ero quasi commosso a spiegare il canto di Romeo di Provenza e avea bisogno vivissimo di rifarmi.
E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe, |
«....Proprio così!... Ma sì, entriamo qui: una volta tanto non è la morte di nessuno. Che cosa si spenderà di più? Una lira, due a dir molto: e d'altronde non toccammo oggi lo stipendio? nonne meruimus hodie stipendia?»