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114 nella terra dei santi e dei poeti


Sul più bello delle nostre conversazioni, la mia bicicletta detonò come una santa Barbara e il Pasini mi vide d'un tratto scomparire in una nube di polvere come fossi stato una deità omerica. La pneumatica posteriore era scoppiata!

Ed eccoci così d'un tratto trasformati in due pedoni curvi e polverosi, oggetto di derisione ai passanti che prima invece guardavamo dall'alto, volando con tanta superba prestezza!

Davvero si cammina su di una bolla d'aria, e non soltanto nella via che da Rimini va a Pesaro!

La gomma era scoppiata presso alla Focara, di Dantesca memoria, e per giungere a Pesaro ci volle una bella marcia: inoltre la via era tutta un polverone, così che il nostro ingresso nella città di Gioacchino Rossini non fu per nulla trionfale: un superbo signore, anzi, imberbe e capelluto, che incontrammo trainato da due baldi destrieri, non ci degnò di uno sguardo. Noi ne fummo molto mortificati, tanto più quando ci assicurarono che quegli era il successore di G. Rossini, cioè il signor Pietro Mascagni.

Benchè le riparazioni alla macchina ci facessero perdere assai tempo, era tuttavia no-