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A Foligno. Per Santa Maria degli Angeli 161

pacatamente, signorilmente desinavano fra belle signore.

Freschezza e lindura molta era nella stanza, ma io per mio conto era come ubriaco dal viaggio e avea ancora davanti agli occhi gli aspri monti, la pazza che scalza va a Loreto, i pastori cogli armenti e il barbaglio del sole. Mi ricordo solo che lì all'albergo, un colonnello a capo tavola faceva un gran parlare, ma di tutto il discorso mi rimase in mente questo che sosteneva che dominus al genitivo fa domini: e quando riprendemmo verso le cinque pomeridiane il viaggio, ricordo per le vie della città uno spazzino che ridendo, con le gambe larghe, scagliava un getto d'acqua sul selciato, ma così forte che parea una fiumana. I monelli vi andavano sotto saltando, le vetture vi passavano pian pianino e così facevano la pulizia delle ruote. Io chiesi a quel degno funzionario quanto si pagava per non essere spruzzato, e lo assicurai eziandio che la doccia l'avea fatta poco prima all'albergo. Egli mi assicurò che potevo passar oltre senza pagar pedaggio; ma non fu di questo parere un vecchio mendicante, alto, gagliardo e tanto sudicio che tutto il getto di poc'anzi non l'avrebbe purificato. Il mio buon Pasini cercava con persuasioni e belle