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l'asso di danari spunta 257

e donna Ester Bianchi a prendere il punch in casa sua dopo la messa. Lo si aspettava dal Niscioree dov’era andato a pigliare la signorina che ci viveva sola con due vecchie serve, dopo la morte del padre avvenuta nel 1852. L’ottimo professore aveva pianto segretamente la signora Teresa per uno spazio di tempo ragionevole. Durante quella pessima convalescenza del cuore che lo tiene debole e molle, in continuo pericolo di ricadere, egli si era troppo poco guardato dal bel visino brioso, dagli occhi vivaci, dalla gaiezza scintillante della principessina del Niscioree, come la chiamavano i Maironi. Ella era così diversa nello spirito e nel corpo dalla signora Teresa, la sua persona vigorosa nelle forme della grazia più squisita suggeriva l’idea di un amore così lontano da quell’altro, che al professore pareva di poterle voler bene senza offendere la santa immagine della madre di Luisa. Infatti egli santificò sempre maggiormente questa immagine, la spinse in su in su verso il cielo, tanto in su che qualche nuvola cominciò a passare fra lui e lei; prima eran cirri, adesso eran cumuli e stava per giungere uno strato definitivo. Egli era più timido ancora con donna Ester che non lo fosse stato con la signora Teresa. Aveva del resto un inconscio bisogno di amare senza speranza per potersi poi compiangere, per la voluttà di un doppio intenerimento, verso una bella creatura e verso sè stesso. E la sua timidezza era pure contenta di possedere una scusa in quella gran diffe-