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il gran passo 65

i giovani erano stati fermi e sua sorella aveva consentito, egli tenendosi la sua opinione per sè, s’era messo ad aiutare in tutto che poteva.

«La mamma?» ripetè.

«Sta benino, stasera, per la consolazione, ma ora è agitata perchè mezz’ora fa è venuto Franco e ha raccontato che c’è stata una mezza scena con la nonna...

«Oh povero me!» fece l’ingegnere, che quando udiva di qualche sproposito altrui soleva commiserarne, con questa esclamazione, se stesso.

«No, zio; Franco ha ragione.»

Luisa pronunziò queste parole con fierezza subitanea. «Ma sì!» esclamò perchè lo zio aveva messo un lungo «hm!» dubitativo. «Ha cento ragioni! Ma» soggiunse piano «dice di essere partito di casa in modo che la nonna verrà molto probabilmente a scoprir tutto.»

«Meglio» disse lo zio, incamminandosi verso la terrazza.

La luna era tramontata, faceva buio. Luisa, sussurrò: «Mamma è qui».

La signora Teresa, tribolata dalla mancanza di respiro, si era fatta trascinare sulla terrazza, nella sua poltrona, per avere un po’ d’aria, un po’ di sollievo.

«Cosa vi pare, Piero?» disse con voce simile nel timbro a quella di Luisa, ma stanca e più dolce: la voce di un cuor mite cui il mondo è amaramente avverso e che cede. «Cosa vi pare

Piccolo mondo antico. 5