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92 capitolo secondo.

moto di commiserazione orgogliosa le passò per gli occhi torbidi e le sopracciglia inarcate. Come poteva il grande amore usar tante piccole prudenze? “Vada avanti!„ disse al custode. “Apra! Noi verremo poi„. E non curando più costui che brontolava e non obbediva, si volse a Piero. “Quale risoluzione?„ diss’ella.

“Una risoluzione che Le farò conoscere, ma non ora„.

“Perchè? È una risoluzione che mi deve far male?„

“Non ne parliamo adesso; La prego!„

“Com’è possibile, a me, di non parlarne? Lei non capisce niente!„

Alle acerbe parole seguì uno slancio represso della bella persona che si porse un istante fremendo amore, raggiando dal viso e dallo sguardo umile, accorato amore.

“Oh, ma questo è un incanto, è un paradiso!„

Era Carlino Dessalle che si estasiava così sull’entrata del cortile, alle spalle di Piero. “Caro Maironi„, diss’egli, “senta quest’idea. Praglia è il sogno di un vecchione vergine e santo che ha cenato di olive e di melagrani e si è addormentato al suono di un preludio di Bach, non però come vi addormentereste voi. Oserei anche dire che ha bevuto acqua sterilizzata„.