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il caffè del commendatore. 247

lismo, aveva letto un compendio francese del Capitale di Marx, Progress and Poverty di George e il libro di Benoit Malon.

“Saranno sogni„, diss’egli vivacemente, “ma Lei crede pure che ci è stato qualche sogno rivelatore del futuro!„

“Si accomodi, si accomodi„, fece il Commendatore, ritraendo in fretta la mano indagatrice dal tocco di quel sangue che bolliva.

Ed entrò subito nel discorso delle due cose per le quali aveva pregato Piero di venire. A sussidio di certi suoi studi storici, intanto, gli occorrevano alcune copie di documenti dell’archivio municipale di Brescia. Si rivolgeva, per averle, alla cortesia di Maironi. Supponeva che Maironi facesse gite frequenti a Brescia; non possedeva egli grandi poderi nel Bresciano? Pigiò molto su questi grandi poderi e poi toccò dei fastidi della vita cittadina, della sorte beata di chi può vivere sulle proprie terre occupandosi di esse, studiando, magari anche sognando un poco! E qui mise a posto una delle sue risatine discrete. Queste parole, cercate con intenzione più profonda, volendo dire e non dire, gli servirono di passaggio all’argomento delicato dove poi, con abbondanti cautele, mise il piede.

L’argomento era la candidatura senatoria di Zaneto. Il Commendatore pigliò le mosse appunto