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260 capitolo quarto.

meglio ma per causa di quella brutta... E il Commendatore da capo: “zitto, zitto, basta, basta!„ Rosina si meravigliò. Che male c’era? “L’è troppo santo, elo„. E quell’altro povero zoppo, con la sua cuoca che gli rubava fin le camicie per regalarle al suo amoroso vecchio!

“Basta insomma! Porta via!„

Il Commendatore diede una spinta al vassoio del caffè, intendendo spingere così anche Rosina fuori dell’uscio. Rosina si difese. Non era meglio di saperle le cose? “Saperle sì, dirle no„. E come avrebbe fatto lui a saperle se nessuno gliele diceva?

“Mah, figlia mia, c’è molti modi di venire a sapere le cose. Ascolta, del resto„.

Qui il Commendatore mostrò a Rosina un libriccino legato in pelle nera. “C’è più sapienza in una paginetta di questo libro che in tutte le teste di tutti i commendatori e di tutte le loro cameriere. E se tu potessi capire il latino ti darei a leggere qui de evitatione curiosae...„.

“Sì signore„, saltò su a dire la Rosina, pronta, “ma mi no son curiosa!„

“Va va va!„

Quando Rosina, mogia mogia, si fu incamminata verso l’uscio brontolando “mi no che no son curiosa„, il padrone la richiamò.