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318 | capitolo quinto. |
sieratella, tutta scintillante per essersi fatta vedere a braccetto della gran dama. “Me ne domandi perchè non lo vedi qui? È a Brescia, per affari. È una cosa accettata, un matrimonio. Si trova che lei potrebbe qualchevolta dissimulare un po’ meglio, fare come fa lui ch’è irreprensibile in questo, ma poi in fondo si pensa: un marito senza moglie... una moglie senza marito... non per loro colpa... giovani... scusa, siamo proprio sinceri, cosa tanto difficile!... è una fortuna che si siano legati fra loro e non abbiano guastate delle altre unioni. Se si è morali ma non ipocriti bisogna dire così! Qualcuno critica Dessalle che dovrebbe fare, dovrebbe dire! Oh, è tanto simpatico Dessalle! Come è simpatico! Ma qui si è severi, pedanti! Oh, non ne hai un’idea come si è severi! Ma senza giustizia, però; a qualcuna si perdona tutto, ma proprio tutto, e a qualcun’altra si perdona niente„.
Ell’aveva l’aria, così parlando, d’insinuare un po’ con risentimento, un po’ con soddisfazione, ch’era esperta particolarmente di tale severità e di tale ingiustizia. Infatto era di quelle che accostano volentieri la mano al frutto vietato, ma nel punto di spiccarlo si sentono forse, con un’ombra di rammarico, più oneste di quanto avrebbero creduto e ritirano la mano.