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388 capitolo sesto.

sando presso la fontana dei noci Jeanne lo guardò alla sfuggita come per dire: “Il principio è stato qui„. Poi non lo guardò più. Raggiunto il posto dove, per andare al Covile del Cinghiale, conveniva prendere a sinistra, esitò un momento. Prese invece il sentiero che sale verso il villino dei Faggi e di là conduce all’albergo. Non una sola parola fu scambiata fra loro fin presso al villino. Allora Piero domandò alla sua compagna se fosse proprio in collera con lui. “Non lo so„, diss’ella, e lo guardò teneramente, dubitando di averlo offeso. Lo vide così turbato che si smentì subito, affannosamente:

“No no, caro, non sono in collera, ti amo troppo!„

Nel villino si faceva musica. Jeanne si fermò al cancello, ascoltando. Era un pezzo per violino e piano. L’arco, impugnato da una mano potente, strappava dallo strumento, alternandole a un fine cinguettio di sussurri, apostrofi grandiose che parvero a Jeanne di tragico rimprovero e di scongiuro. Un attimo le bastò per pensare che la signora Cerri, se sapesse, le parlerebbe così e che se lei, Jeanne, avesse avuto la sorte di suggere col latte la fede religiosa e la rigidezza morale come la signora Cerri, non avrebbe meritato, nè sarebbe per meritare, un tale rimprovero. I bambini giuocavano in giardino, la videro, corsero a