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Pagina:Piceno Annonario ossia Gallia Senonia illustrata Antonio Brandimarte 1825.djvu/179

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nonicoPeruzzi nelle Dissertazioni Anconitane1: ma non lo approvò: primo, perchè l’Europa fu occupata non da’ discendenti di Cam, ma di Iafet: secondo, perchè fo venire per terra, e non per mare questi Siculi: terzo, perchè ritardo di troppo la lor venuta in Italia. Quindi egli crede, che i Siculi fondatori di Ancona furono i popoli Italici primitivi anteriori ad ogni colonia de’ Greci, ed immediati ascendenti di Iafet2. Secondo lui questi Siculi cadono nella prima epoca dell’Italia3, che è composta da mille, e quattrocento anni dopo il Diluvio, e duecento e più anni prima della vocazione di Abramo, secondo il calcolo della Volgata4, e pensa, che il primo, che popolò l’Italia, fu uno de’ nipoti, o pronipoti5 di Gomer, il quale fu figliuolo di Iafet.

Come il mio sistema non piace a lui, così il suo non piace a me, e ne porto le ragioni. Sebbene alcuni dotti critici si sono adoprati per sostenere, che l’Italia fu popolata veramente da Iafet, e de’ suoi primi discendenti: tuttavia il Bardetti6, il Guarnacci, ed altri Scrittori combatterono ciò, ed in mezzo alle diverse opinioni de’ Critici, che tra loro discordano sulla vera intelligenza della parola Chetim, che s’incontra in Ezechiele7, e nel libro de’ Numeri8, non sappiamo a qual partito dobbiamo appigliarci. Sebbene credessi, che l’Italia fu occupata da’ discendenti di Iafet: tuttavia non poterono questi così presto popolarla, come pensa il Peruzzi. Il centro della dispersione delle genti fu la regione di Sennar. La ragione ci detta, che i popoli dispersi cominciarono prima ad abitar quelle terre, che erano più vicine a detta regione, e che dopo essersi ivi moltiplicati mandarono colonie a po-


  1. p. 19.
  2. Pag. 28.
  3. P. 52: 74.
  4. Natal. Alex. T. 1. art. 1.
  5. p. 19.
  6. De primi Abitat. d’Ital. p. 89.
  7. Cap. 17. v. 6.
  8. Cap. 24.