Pagina:Pietro Gori - Alarico Carli. Un galantuomo, un valentuomo, un patriotta, 1900.djvu/23

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Nè io potrei per possibilità assoldarmi in Piemonte per la presente campagna ove fossimo dallo amantissimo Governo ringraziati. Il peggio è che invece d’andar via i peggiori, come tu t’immagini, vanno i migliori stanchi in parte anche per la canaglia con cui conviviamo. I congedi e i permessi seguitarono fino ad ieri. Alcuni sono andati ad assoldarsi a Milano, altri sono tornati costà, — Se . . . . . non è codino perchè non è venuto qua specialmente se non guadagna? Dimmi, è vero che dei battaglioni livornesi disertati in massa giorni sono, hanno mandato a casa i padri di famiglia e pochi altri necessarii, e il resto li hanno assoldati forzatamente? Per il caso che le mie lettere ti vengano ritardate da chi te le porta a casa vai alla posta.

Quando ti scrissi il fatto del 13 mi dimenticai, forse mezzo grullo anche allora, di una scena commoventissima e degna di un quadro. Alla sera sopra un carrettello lombardo, che sono assai artistici, fra ghirlande d’alloro e di fiori inoltravano le salme dei morti valorosi scortati ai fianchi da stuolo dei loro camerati. Il carro era tirato da quattro grossi manzi d’un colore come costà non si vede. Davanti al campo santo, vicino al luogo ove morirono per la patria furon fatte loro l’esequie dal cappellano, e dopo con grande anima i loro compagni d’arme sopra ad essi giurarono di vendicarli o morire. Poscia furon tumulati. Fu scena commoventissima specialmente per noi che avevamo di fresco corso il pericolo con essi. Qua ieri l’altro si arrese un Ungherese, ieri mattina un altro disse che una ventina forse nella giornata avrebbero seguito il suo esempio. Nel giorno sentimmo alcune cannonate da Mantova e giunse voce essersi battuti i Croati con gli Ungheresi per ricusar questi di battersi contro noi. Il più probabile forse sarebbe che fossero usciti altri Ungheresi per disertare come annunziò ieri mattina il loro camerata ed avvedutisene a Mantova li dirigessero quelle cannonate. A sera fu detto pare che un ufficiale avesse ceduto le armi al nostro quartiere generale. Il 13 alcuni di noi che si trovarono vicini agli Ungheresi assicurano che i loro colpi erano diretti in modo da far credere che non si vogliono veramente battere, perchè chiunque scarichi un fucile, anche stolto, non può fare come loro. Il colonnello di essi, che ti dissi esser restato ferito, era invece un generale. Uno dei prigionieri ci narrò di una protesta di non volere uscire da Mantova se non avevano a capo il Governatore. Da questo vedi lo spirito di quelle genti. Oh! se Carlo Alberto fa presto a prender Pe-