ut sero saperem. Quello che sul principio della
sua carriera legale è avvenuto ad Aleandro, accade
oggidì alla maggior parte degli studenti ma
a rarissimi all' incontro avviene di avvedersi delle
tenebre, nelle quali camminano, e di potersene,
o volersene mediante la luce, che dalle antichità
Romane viene, liberare. Per questo ogni cautela
vuolsi mettere in opera, per non traviare subito
sul principio. E però con lo studio delle Istituzioni,
o almeno presto dopo, che si avrà di
quelle acquistata una sufficiente idea, devesi anche
della storia, e delle antichità procacciarsi una
bastevole cognizione. E questa potrassi da uno
scolare acquistare colla lettura del Syntagma delle
Antichità Romane dell' Eineccio, dell’ Istoria
del Giure Civile del medesimo, e di diverse Dissertazioni,
che tra' suoi opuscoli su di questa materia
si trovano. Alle opere dell’ Eineccio potrassi
aggiugnere, finché qualche cosa di meglio venga
alla luce, il libro del Sig. Selcovv sulle antichità
Romane secondo l'ordine delle Istituzioni.
Preparato che sia di questa maniera l’animo del
giovane studente, e bene istrutto, ed addottrinato
ch'egli sia nello studio delle Riduzioni, della
storia, e delle antichità, egli potrà, e deve passare
a leggere i molti, e diffusi libri dei Digesti,
lo studio de’ quali non gli riuscirà ormai più nè
troppo difficile, nè troppo vasto. Solo deve egli
avere riguardo di separare l'utile dal disutile, il
certo dall’incerto, e l'oscuro dal chiaro. Le prime
sue guide han da essere il Duareno, ed il
Donello. E come colla lettura di questi si farà
fatto ben forte; egli passerà a dar delle occhiate
ai libri di Cujacio, di Ottomano, dei Fa-