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DELLA MANIERA DI TRATTARE |
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giustizia, e che le di lui sostanze da furbi, ed
ignoranti causidici non vengano rovinate? Chi
negherà, che tali Legisti meritino di essere scherniti,
vilipesi, dileggiati, e con mille vituperi abbominati,
siccome coloro, che danno il guasto
ai patrimoni de’ cittadini, e vengono per conseguenza
a pregiudicare grandemente alle Repubbliche
intiere? Eppure questi sono comunemente
i Legali, che dominano ne’ fori, e che sono
più singolarmente rispettati: il che ha da essere
un perpetuo obbrobrio, e vitupero del nostro Secolo,
nel quale tutte le altre scienze, ed arti,
che pel pubblico bene sono meno necessarie,
al sommo ripulite, coltivate, e portate vengono;
laddove la Giurisprudenza vien lasciata in abbandono
a bestie immonde, che ogni dì più imbrattando,
e lordando la vanno; e quei che potrebbono,
non si curano di cavarla dal fango, in cui
immersa trovasi, e di confidarla poi solamente
a poche persone, che siano comunemente tenute
per le più savie, più oneste, e più intendenti,
con proibire ad ogni altro, che non ardisca
di approssimarvisi, e di toccarla.
Ma io voglio quì por fine ai miei lamenti, i
quali già so, che inutili sono: e siccome ho accennato
di sopra le regole, per mezzo delle quali
un buon teorico si fa, così passerò ora a stabilire
quella maniera, per la quale altri possa divenire
anche buon pratico. La prima regola però
si è, che prima di passare alla pratica, si abbia
un buon fondo di teoria: altramente sarà impossibile
affatto, che un buon pratico si riesca. E
se questo avvertimento non si osserva, è già
traviato il cammino, ed in vece di venir mai