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Pagina:Pilati - Ragionamenti intorno la legge naturale e civile, 1766.djvu/56

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52 Difetti delle

mente avvenire, che costoro o per ignoranza, o per disattenzione, o per la fretta, che avevano, molti errori commettessero; i quali poi per lo più non si curavano neppure di correggerli, o levarli via per non arrecare qualche deformità all’opera, o per non perdere qualcosa della sperata mercede, o per non impiegarvi il tempo loro, e per pura infingardaggine, o per altra somigliante cagione.1 Nè dai Copisti solamente derivano gli errori di scrittura; perchè coloro ancora, che badavano a dettare, ne hanno non piccola colpa. Costoro bene spesso o per imperizia non sapevano, o per cagione della cattiva scrittura non potevano legger bene quel Codice, di cui per dettare ad altri si servivano. Sovente per trascuraggine ommettevano, o trasportavano, o cambiavano, o pronunziavano male, od in altra maniera, che pur assai ve n’aveva, guastavano le parole, i membri, e le costruzioni intiere dell’autore.2 E comechè a questa disgrazia tutti i Libri, e perfino i Sacri Codici d’allora soggiacessero, pure i Volumi del nostro Giure sono rimasi di questo male più d’ogni altro Libro infettati, come ognun che studia le Leggi Civili, lo vede per esperienza, e come gl’istessi più famosi Giureconsulti de’ nostri tempi lo debbono confessare. „Che le opere, dice Binclrershoeckio nella citata Prefazio-

  1. Bynkersh. in Præfat. libr. 4. observ. Jus Rom. Heinec. in Opuscul. Min. pag. 27 Bartholin. de Legen. Libr. disp. 7 p. 180.
  2. Veg. oltre il Cleric. loc. cit. l’Ant. Genovesi nell’arte Logic. Critic. lib. 4. c. 6.

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