Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/65

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quella pigliando per sua definizione, passiamo con discorso ad un altra, e da questa alla terza e poi alla quarta ec.: l’intelletto divino colla semplice apprensione della sua essenza comprende senza temporaneo discorso tutta la infinità di quelle passioni.„ E poco dopo: „Or questi passaggi, che l’intelletto nostro fa con tempo, e con moto di passo in passo, l’intelletto divino a guisa di luce trascorre in un istante, che è lo stesso, che dire: gli ha sempre tutti presenti. Concludo pertanto, l’intender nostro, e quanto al modo, e quanto alla moltitudine delle cose intese, esser d’infinito intervallo superato dal divino; ma non però l’avvilisco tanto, ch’io lo reputi assolutamente nullo: anzi quando io vo considerando quante, e quanto maravigliose cose hanno intese, investigate, ed operate gli uomini, pur troppo chiaramente conosco io, e intendo, esser la mente umana opera di Dio, e delle più eccellenti.„ E quell’altro nobilissimo passo alla fine della giornata quarta e di tutta l’opera: „Vaglia dunque l’esercizio permessoci, e ordinatoci da Dio per riconoscere, e tanto maggiormente ammirare la grandezza sua, quanto meno ci troviamo idonei a penetrare i profondi abissi della sua infinita sapienza.„ Anzi, non solo, come questi