Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/83

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che una porzione delle interne amarezze, e de’ continui disgusti viene da quegli oziosi pensieri, che investono una mente non occupata, e fanno ch’essa si formi da se medesima il proprio tormento. Allora le piccole negligenze in altri diventano falli enormi: le azioni più indifferenti compaiono di malizia ripiene: la gelosia quasi verme rode, e consuma la vita, e l’uomo è noioso a se stesso, e insoffribile ai suoi simili. Altre passioni alzano mille torbidi, che annuvolano la sorte più serena: e chi è mai sì avventurato da potersi almeno in parte sottrarre a tali molestie? Egli è colui che interchiude l’adito agli importuni pensieri: e tale può essere, chi nelle nostre scienze tiene applicato lo spirito; essendo esse, più delle altre discipline, molto proprie ad ottener questo scopo. Platone sorride nel vedersi trattato da’ remiganti come uno de’ loro compagni: e Newton per amor della pace, si ritira perfino dalla scientifica palestra. Ho qui poste queste sole riflessioni, perchè si è altrove indicato quel perfezionamento, che dalle scienze esatte deriva alle forze del pensiero, e del ragionamento, e a quel aggiustato sistema di vita, che è frutto del ben sentire, e dell’attento considerare.