Pagina:Piperno - Della superstitiosa noce di Benevento.djvu/26

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Parte Prima. 13

pire il voto, e promessa fatta a Dio di desistere dall’idolatria, ricorsero[Vipera nella Chronologia de’ Vescovi di Benevento] a San Barbato, il quale in questo mentre per la morte d’Ildebrando XXXII. Vescovo di Benevento era stato acclamato, et eletto Prelato di questa Chiesa; e conferitosi detto Santo nel luogo della superstitiosa Noce con tutto il Clero in processione,[D. Ovidio de Lucijs nella vita di S. Barbato] e con molto concorso di popolo fè quella tagliare, anzi da’ fondamenti sradicare; e nelle radici vi trovò un Demonio in forma di horribilissimo Serpente, quale il Santo Vescovo con l’acqua benedetta ammazzò.

In quello luogo poi con giusta permissione di Dio sono state commesse tante, e tante sceleragini quanto per fama ogn’uno sà, essendo come uno nido di stregoni, e fattucchieri, i quali sogliono quivi radunarsi, come nel progresso di questa Istoria sentirassi; anzi fin da quel primo principio, che San Barbato fè sradicare la superstitiosa noce con buttare per terra l’idolo del Serpente di bronzo, che era alato, e con due teste come a punto è quello, che usano di fare per arme i Signori Viperi Nobili Beneventani, che in quel tempo comin-