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Pagina:Pirandello - Enrico 4., 1922.djvu/126

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118 Luigi Pirandello

Enrico IV.

Appunto! Come vero! Perchè solo così non è più una burla la verità! (Si reca ad aprire la porta e fa entrare Giovanni parato da umile fraticello, con un rotolo di cartapecora sotto il braccio) Avanti, avanti, padre! (Poi assumendo un tono di tragica gravità e di cupo risentimento). Tutti i documenti della mia vita e del mio regno a me favorevoli furono distrutti, deliberatamente, dai miei nemici: c’è solo, sfuggita alla distruzione, questa mia vita scritta da un umile monacello a me devoto, e voi vorreste riderne? (Si rivolge amorosamente a Giovanni e lo invita a sedere davanti alla tavola) Sedete, padre, sedete qua. E la lampa accanto. (Gli posa accanto la lampa che ha ancora in mano). Scrivete, scrivete.

Giovanni

(svolge il rotolo di cartapecora, e si dispone a scrivere sotto dettatura).

Eccomi pronto, Maestà!

Enrico IV

(dettando).

Il decreto di pace emanato a Magonza giovò ai meschini ed ai buoni, quanto nocque ai cattivi e ai potenti. (Comincia a calare la tela). Apportò dovizie ai primi, fame e miseria ai secondi....

TELA.