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Enrico IV 41

Dottore.

Ah, sì?

Donna Matilde.

Quest’è vero!

Belcredi

(a Donna Matilde).

E perchè? (Al dottore). Evidentemente perchè quella immediata lucidità di rappresentazione lo poneva fuori, subito, d’ogni intimità col suo stesso sentimento, che gli appariva a un tratto — non finto, perchè era sincero — ma come qualche cosa a cui dovesse dare lì per lì il valore.... che so? d’un atto d’intelligenza, per sopperire a quel calore di sincerità cordiale, che si sentiva mancare. E improvvisava, esagerava, si lasciava andare, ecco, per stordirsi e non vedersi più. Appariva incostante, fatuo e.... sì, diciamolo, anche ridicolo, qualche volta.

Dottore.

E.... dica, insocievole?

Belcredi.

No, che! Ci stava! Concertatore famoso di quadri plastici, di danze, di recite di beneficenza; così per ridere, beninteso! Ma recitava benissimo, sa?

Di Nolli.

Ed è diventato, con la pazzia, un attore magnifico e terribile!