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XI.


— A Palermo? Come mai!

E Gregorio Alvignani si fermò innanzi al professor Luca Blandino, il quale andava al solito con gli occhi semichiusi, assorto ne’ suoi pensieri, col bastone sotto il braccio, le mani dietro la schiena e il lungo sigaro addormentato su la barba.

— Oh, bello mio! — fece il Blandino, guardando l’Alvignani senza alcuna sorpresa, come se già fosse stato in compagnia di lui un’ora innanzi. — Alza, alza un po’ il mento: così.... Quanto?

— Che cosa? — domandò ridendo Gregorio.

— Codesti colletti, quando li hai comperati? Troppo alti per me.... Perchè ridi, birbante? Mi minchioni? Voglio comperarmene tre. Vieni, ajutami. Debbo fare una visita, e così come sono non potrei presentarmi. Arrivo adesso....

Prese il braccio dell’Alvignani che rideva ancora, e s’avviò con lui.

— Oh, a proposito! E tu che fai qui?

— A proposito di che? — gli domandò Gregorio Alvignani rimettendosi a ridere.