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la parola «umorismo» 15

de: — Tranne lo Stricca... E tranne la brigata; oppure là dove dice:

Ogni uom v’è barattier fuor che Bonduro;


o quando rammenta il bene per esacerbare il sentimento del male, come fanno i diavoli al barattier lucchese:

...Qui non ha luogo il Santo Volto
Qui si nuota altrimenti che nel Serchio;


o quando a chi parla fa rammentare i proprii vantaggi nell’usarli aspramente, come fa quell’altro diavolo che toglie a S. Francesco l’anima d’un reo, argomentando teologicamente su la penitenza, per modo che quell’anima presa da lui si sente dire:

                                             Forse
Tu non pensavi ch’io loico fossi;


o quando esclama:

Godi, Firenze, poichè sei sì grande;


oppure:

Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
Di questa digression che non ti tocca
.    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .
Or ti fa lieta, che tu hai ben onde;
Tu ricca, tu con pace, tu con senno...


dà esempii di bellissime ironie nel senso retorico della parola: ma nè qui, nè in altro punto, del resto, della Comedia, non è traccia d’umorismo.

Un altro senso, dicevamo, e questo filosofico, fu dato alla parola ironia in Germania. Lo dedussero Federico Schlegel e Lodovico Tieck direttamente dall’idealismo soggettivo del Fichte; ma deriva in fondo da tutto il movimento idealistico e romantico tedesco post-Kantiano. L’Io, sola realtà vera, spiegava l’Hegel, può