Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/116

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— Papà è qua?

Sì, di nuovo, col capo, come se tra il rossore e la confusione non trovasse la voce per rispondere. Infine, con uno sforzo, la trovò, timida:

— È entrato da un pezzo: disse che si sarebbe sbrigato subito, e intanto... —

Alzò gli occhi a guardare la Nestoroff e le sorrise, come se le dispiacesse che quel signore con le sue domande la avesse distratta da lei, che le si era mostrata così gentile pur senza conoscerla. Polacco allora fece la presentazione:

— La signorina Luisetta Cavalena; la signora Nestoroff. —

Poi si volse ad accennare Carlo Ferro, che subito sorse in piedi e s’inchinò rudemente.

— L’attore Carlo Ferro. —

Infine, presentò me:

— Gubbio. —

Mi parve che, tra tutti, io fossi quello che meno la impacciasse.

Conoscevo per fama Cavalena, suo padre, notissimo alla Kosmograph sotto il nomignolo di Suicida. Pare che il pover’uomo sia terribilmente oppresso da una moglie gelosa. Per la gelosia della moglie, a quanto si dice, dovette prima lasciar la milizia, da tenente medico, e non so quante condotte vantaggiose; poi anche l’esercizio della professione libera, e il giornalismo, in cui aveva trovato modo d’entrare, e alla fine anche l’insegnamento, a cui per disperazione s’era appigliato, nei licei, come incaricato di fisica e storia naturale. Ora, non potendo (sempre a causa della moglie) dedicarsi al teatro, per il quale crede da un pezzo