Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/153

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attore che, notoriamente... Si figuri quel che è successo a casa mia! E mi manda poi questi regali... anche un collarino per la bestia... e cinquecento lire! —

Mi provai a dimostrargli che, almeno quanto ai regali e alle cinquecento lire, non mi pareva ci fosse poi tutto quel male ch’egli voleva vederci. Egli? Ma egli non ce ne vedeva nessuno! che male? egli era contentissimo, felicissimo di quanto era accaduto! gratissimo in cuor suo al Polacco d’aver fatto rappresentare quella particina alla figliuola! Doveva fingersi così indignato per placare la moglie. Me n’accorsi subito, appena mi misi a parlare. Gongolava alla dimostrazione ch’io gli facevo, che in fondo non c’era stato nulla di male. Mi prese per il braccio, mi trascinò impetuosamente davanti alla moglie.

— Senti? senti?... io non so!... questo signore dice... La prego, dica, dica lei... Io non voglio metterci bocca... Sono venuto qua coi regali e le cinquecento lire, va bene? per restituire ogni cosa. Ma se si tratta, come dice questo signore... io non so... di fare un’offesa gratuita... di rispondere con una villanìa a chi non ha inteso minimamente di offenderci, di farci male, perchè crede... io non so, io non so... che non ci sia... La prego, santo Dio, dica lei, caro signore, parli lei... ripeta alla mia signora ciò che ha avuto la bontà di dire a me! —

Ma la sua signora non me ne diede il tempo: m’aggredì, con gli occhi vitrei, fosforescenti, di gatta inferocita.

— Non dia ascolto a codesto buffone, ipocrita, commediante! Non è per la figlia, non è per la cattiva figura! Lui, lui vuole bazzicare qua, perchè