Pagina:Pirandello - Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad, 1925.djvu/52

Da Wikisource.

Volete vedere come subito ci ribelliamo e neghiamo sdegnati un atto di malvagità, pure innegabile, e del quale pure innegabilmente abbiamo goduto?

Sono avvenuti questi due fatti. (Non divago, perchè la Nestoroff è stata paragonata da qualcuno alla bella tigre comperata, qualche giorno fa, dalla Kosmograph.) Sono avvenuti dunque, questi due fatti.

Uno stormo d’uccelli di passo — beccacce e beccaccini — sono calati per riposarsi un po’ dal lungo volo e rifocillarsi, su la campagna romana. Hanno scelto male il posto. Un beccaccino, più ardito degli altri, dice ai compagni:

— Voi state qua, riparati in questa fratta. Io andrò a esplorare intorno e, se trovo di meglio, vi chiamerò. —

Un vostro amico ingegnere, d’animo avventuroso, membro della Società Geografica, ha accettato l’incarico di recarsi in Africa, non so bene (perchè bene non lo sapete neppur voi) per quale esplorazione scientifica. Egli è ancora lontano dalla mèta; avete ricevuto da lui qualche notizia; l’ultima v’ha lasciato in una certa costernazione, perchè il vostro amico v’esponeva i rischi, a cui sarebbe andato incontro, accingendosi a traversare non so che remote plaghe selvagge e deserte.

Oggi è domenica. Voi vi alzate presto per andare a caccia. Avete fatto i preparativi jeri sera, ripromettendovi un gran piacere. Scendete dal treno, àlacre e lieto; vi allontanate per la campagna fresca, verde, un po’ nebbiosa, in cerca d’un buon posto per gli uccelli di passo. State all’aspetto