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La Figliastra.
Si dissuga, signore, si dissuga tutto!
Il Direttore.
Non ho mai sentito codesta parola! E va bene: «crescendo soltanto negli occhi», è vero?
La Figliastra.
Sissignore: eccolo li! (lo indica presso la Madre).
Il Direttore.
Brava! E poi, contemporaneamente, vorrebbe anche quella bambina che giuoca, ignara, nel giardino.... L'uno in casa, e l'altra nel giardino, è vero?
La Figliastra.
Ah, nel sole, signore, felice! È l'unico mio premio, la sua allegria, la sua festa, in quel giardino; tratta dalla miseria, dallo squallore d'un'orribile camera, dove dormivamo tutti e quattro — e io con lei — io, pensi! con l'orrore del mio corpo contaminato, accanto a lei, che mi stringeva forte forte coi suoi braccìni, amorosi e innocenti. Nel giardino, appena mi vedeva, correva a prendermi per mano. I fiori grandi non li vedeva; andava a scoprire invece tutti quei «pìttoli pìttoli» e me li voleva mostrare, facendo una festa, una festa!