Pagina:Pirandello - Uno nessuno e centomila, Milano, Mondadori, 1936.djvu/61

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§ 11. Rientrando in città.


Guardatemi ora questi alberi che scortano di qua e di là, in fila lungo i marciapiedi, questo nostro Corso di Porta Vecchia, che aria smarrita, poveri alberi cittadini, tosati e pettinati!

Probabilmente non pensano, gli alberi; le bestie, probabilmente, non ragionano. Ma se gli alberi pensassero, Dio mio, e potessero parlare, chi sa che direbbero questi poverelli che, per farci ombra, facciamo crescere in mezzo alla città! Pare che chiedano, nel vedersi così specchiati in queste vetrine di botteghe, che stiano a farci qua, tra tanta gente affaccendata, in mezzo al fragoroso tramestìo della vita cittadina. Piantati da tanti anni, sono rimasti miseri e squallidi alberelli. Orecchi, non mostrano d’averne. Ma chi sa, forse gli alberi, per crescere, hanno bisogno di silenzio.

Siete mai stati nella piazzetta dell’Olivella, fuori le mura? al conventino antico dei Trinitarii bianchi? Che aria di sogno e d’abbandono, quella piazzetta, e che silenzio strano, quando dalle tegole nere e muschiose di quel convento vecchio, s’affaccia bambino, azzurro azzurro, il riso della mattina!

Ebbene, ogni anno la terra, lì, nella sua stupida