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Capitolo Quinto



XVIII. Risorgimento d’Italia. — XIX. Educazione pubblica. — XX. Bandiera e formola.


XVIII. Nei primi capitoli di questo saggio abbiamo cercato quelle leggi di natura e quei principii, non già deduzioni d’un ragionamento basato su di arbitrarii accordi e strani supposti, ma attributi della natura stessa, effetti inviariabili dell’indole umana. Principii che una società non può riconoscere come veri, senza prima percorrere lunga, scabrosa ed intricata via, per cui il fugace utile immediato ed i pregiudizii, facendo ombra al suo intelletto, la costringono a serpeggiare. In seguito abbiamo discorso del cospirare, dell’insorgere, mezzi di cui si valgono le nazioni onde sgombrare con fremito il cammino dalle incomode rovine del passato. Non ho creduto proporre un modo nuovo di cospirare, e dar norma ai primi passi della rivoluzione, ma bensì fu mio proposito il dimostrare logori i mezzi sino ad ora usati, e determinare, non quale dovrebbe essere, ma quale inesorabilmente sarà lo sviluppo ed il modo di adoperare delle varie forze che possiede la società. E porto ferma opinione, che la vera rivoluzione, il vero trionfo della democrazia, che suona trionfo del proletariato, non si otterrà con altri mezzi se non con questi, né si conquisterà la libertà, che liberamente operando.