Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/10

Da Wikisource.
VIII PREFAZIONE

sostituendoli al rispettivo loro numero progressivo con altri canti simili, tipici, e di fonte indubbiamente popolare. Imperciocchè è da sapere — cosa che il conoscere non sarà inutile agli studiosi — che quando mi accinsi a raccogliere i canti che poi pubblicai, tra i varî manipoli de’ quali ebbi a giovarmi, due ve n’ebbero che doveano più tardi chiamare l’attenzione dei critici: uno di Tortorici, che io allogai non senza ripetute avvertenze sullo spirito letterario che lo informava 1, ed un altro di Casteltermini, che io spigolai da parecchi quadernini staccati, ora rilegati insieme2, offertimi dal benemerito Gaetano Di Giovanni, storico illustre di quella città. La mia osservazione sulla fattura letteraria dei canti di Tortorici venne rilevata dal D'Ancona ne’ suoi magistrali studî sopra La Poesia popolare italiana 3, quando già l’amico di Tortorici, sorpreso della mia giusta osservazione, mi avea confessato aver egli quelle poesie altre raccolte dalla bocca dei contadini, altre trascritte da un zibaldone esistente in casa sua. Ora dunque non mi restava se non rimettere le cose al loro posto, eliminando quelle poesie che il popolo non canta 4.

  1. Cfr. i nn. 261, 369, 390, 414, 672.
  2. È un volumettino ms. in 16°, di carte 59, precedute e seguite da altre quattro carte scritte dal Di Giovanni, il quale lo ha intitolato: Poesie popolari castelterminesi, raccolte e trascritte nella sua gioventù (1847-1850) «p'amuri, gilusia, spartenza e sdegnu» dal D.r Paolino Ferlisi ecc.
  3. In Liverno coi tipi di Franc. Vigo, Editore, 1878: p. 344, nota 2.
  4. Di diciassette ne ritenni nove soltanto, quelle, cioè, che portavano i nn. 108, 174, 213, 218, 240, 244, 270, 385, 388.