Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/12

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X PREFAZIONE


Vero è che la forma artistica ed anche artifiziata non è da mettersi in discussione per questi canti soltanto; giacchè oramai le accurate indagini ed osservazioni di valorosi critici l’han dimostrata per un buon numero di canti, sui quali fino a ieri non si andava molto pel sottile. Ma non è men vero che il dare come prodotto di musa analfabeta componimenti de’ quali si conosce l’autore letterato, è un tradire il Folk-lore, che ha bisogno della sincerità dei raccoglitori perchè riesca a risultati indiscutibili.

Sotto l’aspetto della origine e fattura dei canti popolari le mie idee del 1868-70, cioè del tempo in cui scrissi e pubblicai più volte, ed ultimamente a capo di questa Raccolta, il mio Studio critico sui Canti popolari siciliani, si sono in parte modificate. Con qualcheriserbo, che qui non posso particolareggiare, io credo col D’Ancona1 che nella poesia popolare italiana sia da distinguere “una forma spontanea e più direttamente plebea sebbene non priva d’un certo artificio, e una forma addirittura artifiziata e letteraria: quella più antica, questa più moderna: quella che risale ai primi tempi della nostra lingua e letteratura, questa non più vecchia di tre o quattro secoli. Ma la fonte prima, e ad ogni modo più copiosa dell’una e dell’altra è in Sicilia, che e prima e poi, se non altro, diede lo stampo, a non contare gli esempj, che pur son molti. La prima forma si trasmise più ch’altro oralmente, di bocca in bocca, ne’ tempi di maggior mescolamento

  1. Op. cit., pp. 426-427.