Pagina:Pitrè - Canti popolari siciliani I, 1891.djvu/17

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PREFAZIONE XV

oltre cinquanta comuni; i canti di questa sono ora 1074, presi in settantasei comuni, Ustica compresa, non mai messa a contribuzione fin qui nelle ricerche di canti popolari1. La grafia, allora non tutta esatta, è adesso notabilmente migliorata conformemente ai caratteri delle singole parlate per quanto queste siano rappresentabili con l'alfabeto ordinario. Nel 1875, quando pubblicai quattro volumi di fiabe siciliane, ebbi a notare le particolarità de’ vari dialetti dell’isola, e le difficoltà di rappresentarle con segni grafici. Quelle difficoltà esistono sempre, perchè l’alfabeto dell’Ascoli è ben lontano dall’essere adottato da coloro che non inseriscono i loro lavori nell'Archivio glottologico italiano; ed anche adottato, non risponde all’ indole ed allo scopo della Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane. La quale, benchè destinata a fornir testi dialettali, vuol’essere più che altro archivio di usi e ditradizioni volgari, documento etnografico, storico e sociale insieme. La grafia, che, dato l’alfabeto comune, ho creduto di seguire, ritrae dal principio etimologico delle parole, del quale sono stato sempre sostenitore; e se non la sola, è per me la meno disadatta a fare agevolmente comprendere il senso dei canti, delle novelle e di altri generi di letteratura popolare. Chi ha dei dubbi sulla ragionevolezza della grafia da me seguita, non isdegni di leggere le pagine XXIV-XXX del

  1. Questi canti usticani devo all’amico cav. Antonio Arietti, modesto quanto egregio latinista; i canti di Alcamo aggiunti nel corpo dell’opera, al prof. Francesco M.a Mirabella, scrittore lodato di quella città; quelli di Cattolica e Cianciana al comm. G. Di Giovanni.