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10 CANTI POPOLARI


sue viscere; canta il marinaio sciogliendo dal patrio lido; canta il prigioniero, per cui la perduta libertá è fonte inesauribile d’ una poesia della quale nè più dolce, nè più malinconica si udrà giammai. Poesia il racconto del cantastorie; poesia il Diesilla che ti si canticchia all’uscio di casa; poesia le maniere differenti di gridar le cose da vendersi; poesia perfino lo scherzo, la formola, l’indovinello. E dalla Ninna al Diesilla, dall’ Aria alla Orazione, dalla Nuvella alla Canzuna, è poesia che t’esalta, t’incanta, ti sublima: più che la odi, più hai bisogno di udirla; e quando ti sei concentrato in te stesso, quelle vergini fantasie ti ritornano alla mente, ti riaccendono il cuore, ti si ripetono pari al motivo di musica dianzi sentita1.

II. Origine e diffusione de’ canti popolari. Opinioni sul proposito. La Leggenda della Baronessa di Carini.

Prima d’andare innanzi in questo studio, io vedo nascere nei miei lettori il desiderio di sapere come si formino e si propaghino questi canti, che prendono la qualificazione di popolari.

  1. Dopo questo è superfluo lo avvertire quanto mal si apponesse il Marmier quando, nel parlare dei canti popolari di guerra della Svizzera, scriveva: «L’ Italie n’ a point de poésie populaire; elle s’ est élevée trop vite á la poésie artistique. Quand une nation commence par avoir un Dante et un Pétrarque, il ne faut pas penser à la voir redescendre à la forme ignorante du chant populaire». X. Marmier, Chants populaires de guerre de la Suisse, nella Revue des Deux Mondes, t. V, pag. 205, Paris 1836.