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28 CANTI POPOLARI

Più mesta ancora e più malinconica, questa cantilena prende nel territorio di Milazzo note più patetiche, ma meno spiccate delle nostre, le quali hanno un carattere chiaro e preciso.

Il metro della canzuna è conosciuto e, salvo pochi casi, i canti riportati in queste pagine sono canzuni belle e buone. Risultano di otto endecasillabi con alterne rime1, forniti di quelle assonanze che, se nella poesia popolare in genere sono comuni, nella nostra non possono nè debbono mancare, volendo conservare all’orecchio del Siciliano quell'armonia della quale natura gli fu larga. Non ripetono (e questo parmi di avere osservato altrove) come i toscani per via di frequenti iperbati lo stesso concetto, ma in ogni verso manifestano concetti sempre nuovi, e se uno precedente ne hanno a ripetere, lo presentano sotto forma così nuova che ci vorrà un bel tratto pria di scorgerne la precedente enunciazione. Gli otto versi riduconsi quando a sei o a quattro, quando a dieci o a dodici, rima ed assonanza sempre le stesse: ed in un canto inedito di ventun verso, ambedue sono mirabilmente sostenute, perchè il popolo non conosce difficoltà, ma le sfida, e ne trionfa. Nella prima parte della canzona s’incon-

  1. «Potrebbesi indurre di qui che il sonetto è di Sicilia venuto; e certamente a quell'idioma riesce, se non isbaglio, più facile moltiplicare simili consonanze. Ma le congetture non è da avventurare, innanzi d’aver ricercati nei codici i primi sonetti; e raffrontate le patrie e le età degli autori che già sono a stampa.» Niccolò Tommaseo, Lettera a G. Pitrè intorno a questo Studio critico, inserita nelle Nuove Effemeridi Siciliane, an. I°, disp. I.