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30 CANTI POPOLARI

E questo ritornello ricorre assai spesso in Cefalù, Termini, ecc. In Salaparuta corre di questa forma:

  Chista è cantata a tia ciuri d’aprili:
Si’ simpatica assai e mi fa’ muriri.

Chi canta, giungendo al quarto verso, si riposa, perchè considera come regolarmente divisa la canzona, che egli poi suddivide e tronca a ogni bel bisogno, e alterna con discorsi, con accà! se il cantatore è un carrettiere che vuole incitare la bestia, o con un tonfo dì remo se egli è un barcaiuolo, o con un: bona! per esclamazione se un carcerato o altro.

La canzuna è il più simpatico, il più geniale, il meno orgoglioso tra tutti i componimenti, l’unico capace di rivestire la più gentile immagine, l’idea più peregrina. Nata ne’ pagliai di solitari campi o sul lastrico di piazze cittadine, fugge il palazzo de’ ricchi e il consorzio dell’azzimato nobilume, modesta nella sua bellezza, conscia solo di sua antichità: e in argomento d’amuri, gilusia, spartenza e sdegnu sfida gli estri poetici di chicchessia, anco di chi celebra la passata vita dei celesti1.

  1. I canti sacri, come appresso mostrerò, sono freddi, ricercati, e però sanno alcun poco del rettorico. Vi abbonda colle rime tronche la parte biblica, ma quando il canto è opera di popolo, ciò che non di raro avviene, esso inventa di suo e dà a qualche parola latina che sicilianizza un significato suo proprio, come quando diceː

    Miseremini mei secunnu magnu...
    Ecce, mementu mei chi amuri dignu.

    In un manoscritto di un popolano di Borgetto, posseduto dal Salomone-Marino, e avente il titoloː Notizie di fatti successi in Borgetto a me Antonino Russo; o che io ho veduto nella mia vita, al