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del prospetto; e così, di nuovo, qualunque considerazione sia involta in questa unità non ha però nessuna esistenza pratica per il genere umano.

Io non conosco un solo trattato in cui si sia fatto un prospetto dell’Universo — usando la parola nella sua accezione più comprensiva e unicamente legittima; — e qui sarà bene di menzionare che col termine «Universo» in qualunque luogo di questo saggio sia impiegato senza qualificazione, io intendo designare la più grande estensione dello spazio che mente umana possa concepire, con tutti gli esseri spirituali e materiali che possono esistere nel circuito di questa estensione. Parlando di ciò che è ordinariamente implicato nell’espressione «Universo», io prenderò una frase di limitazione «l’Universo siderale». Si vedrà in seguito perchè questa distinzione sia considerata necessaria.

Io poi non conosco nessun trattato sull’Universo siderale realmente limitato, per quanto sia sempre considerato come illimitato, in cui si presenti un prospetto anche di questo Universo limitato, per garantire le deduzioni dalla sua individualità. Il più prossimo avvicinamento a tale lavoro si trova nel «Cosmos» di Alessandro von Humboldt. Però, egli presenta il soggetto non nella sua individualità, ma nella sua generalità. Il suo tema, nel suo ultimo risultato, è la legge di ciascuna parte dell’Universo puramente fisico, in quanto che questa legge è in relazione colle leggi di tutte le altre parti di quest’Universo puramente fisico. Il suo progetto è semplicemente sineretico1. In una parola egli discute l’universalità dei rapporti materiali e svela agli occhi della Filosofia tutte le deduzioni che sino ad ora sono state nascoste dietro a questa universalità. Ma sebbene sia ammirabile la concisione con cui egli ha trattato ogni punto particolare del suo argomento, la mera molteplicità di questi punti produce necessariamente una somma di particolari e così un’involuzione d’idee che preclude ogni individualità d’impressione.

Mi pare che mirando a quest’ultimo effetto e per mezzo di esso alle conseguenze, alle conclusioni, alle suggestioni, alle speculazioni, o, se niente di meglio si presenta, alle mere congetture che possono risultare, noi abbiamo bisogno di fare come un giro mentale sulle calcagna. Noi abbiamo bisogno di una rivoluzione così rapida di tutte le cose attorno al punto di vista centrale che, mentre le minuzie svaniscono completamente, anche i più cospicui oggetti si fondono in uno solo. Fra le evanescenti minuzie, in uno sguardo di questo genere, vi sarebbero esclusivamente tutti i fenomeni

  1. Costrittivo (Nota del Trad.)