Pagina:Poe - Eureka, 1902.djvu/40

Da Wikisource.

40 ÈUREKA L’espressione della legge può essere generalizzata cosi: — il numero di particelle luminose (o se più v'aggrada, il numero delle impressioni luminose) ricevute sul piano girante, sarà inversamente proporzionale ai quadrati delle distanze del piano. Generalizzando ancora, noi possiamo dire che la diffusione — la dispersione — la irradiazione, in una parola, è direliamenle proporzionale ai quadrati delle distanze. Per esempio : alla distanza B, dal centro luminoso A, un certo numero di particelle sono tanto diffuse da occupare la superfice B. Allora a distanza doppia — cioè, a C — esse saranno tanto più largamente diffuse da occupare quattro di tali superficie : — a distanza tripla, o a D, saranno tanto separate, tanto più lontane da occupare nove di tali superficie ; — mentre a quadrupla distanza, cioè ad E. saranno cosi diffuse da estendersi su sedici di tali superficie —e cosi di seguito. Generalmente, dicendo che la irradiazione procede in ragione diretta dei quadrati delle distanze, noi ci serviamo del termine irradiazione per esprimere il grado della diffusione a misura che noi ci allontaniamo dal centro. Invertendo l’idea e usando la parola « concentrazione » per esprimere il grado di ravvicinamento a misura che noi ci avviciniamo al centro da un punto esterno, allora noi possiamo dire che la concentrazione è inversamente proporzionale ai quadrati delle distanze. In altri termini, noi siamo giunti alla conclusione che — supponendo che la materia sia stata originalmente irradiata da un centro ed ora vi ritorni — la concentrazione, nel ritorno, procede esattamente come noi sappiamo che procede la forza della gravitazione. Ora, qui, se ci fosse permesso di supporre che la concentrazione rappresenta esattamente la forza della tendenza verso il centro — e che Luna era esattamente proporzionale all’latra, e.che entrambe procedono insieme — noi avremmo