Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/14

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cosa abbominevole! o... o... e qui sollevandomi in punta di piedi, afferrandola allla gola, e avvicinando le labbra al suo orecchio, mi preparavo a scagliare un nuovo e più decisivo epiteto di obbrobrio, che non avrebbe potuto mancare, se lanciato, di convincerla della propria nullità, quando, con mio estremo orrore e stupefazione, mi accorsi che avevo perduto il fiato.

Le frasi: «Non ho più fiato» «Ho perduto il fiato» ecc. ricorrono abbastanza spesso nell’ordinaria conversazione; ma non avrei mai seriamente pensato che quel terribile accidente di cui sto parlando potesse succedere fuor di metafora, in realtà! Immaginate — se tuttavia siete di natura fantasiosa — immaginate, dico, la mia meraviglia, la mia costernazione, la mia disperazione!

V’è, tuttavia, un buon genio, che non mi ha mai del tutto abbandonato. Nei più ingovernabili momenti, conservo ancora un certo senso delle convenienze, «et le chemin des passions me conduit» come Lord Edoardo dice di se stesso nella Julie «à la philosophie vèritable.

Sebbene da principio non sapessi rendermi conto a quale esatto grado l’accidente mi avesse colpito, decisi per ogni evenienza di tenere nascosta la cosa a mia moglie, sin quando una


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