Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/36

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Sig. Fiatassai provò che ambo le parti erano decisamente nell’errore.

Non so conchiudere questi particolari concernenti alcuni singolarissimi passaggi di una vita che fu in ogni suo momento alquanto fortunosa, senza richiamare ancora una volta l’attenzione del lettore sui meriti di quella impassibile filosofia che è un’egida pronta e sicura contro gli strali di certe calamità che non si possono vedere, sentire, nè perfettamente comprendere. Fu nello spirito di questa saggezza che, tra gli antichi Ebrei, si credeva che le porte del cielo si aprirebbero inevitabilmente a quel peccatore o a quel Santo che con dei buoni polmoni e una implicita confidenza, avesse saputo vociferare la parola «Amen!» Fu pure nello spirito di questa saggezza che, allorquando una terribile pestilenza infierì in Atene, e tutti i mezzi erano stati tentati per allontanarla, Epimenide, come Laerzio ci riferisce, nel secondo libro di quel filosofo, consigliò l’erezione di un altare e di un tempio «al Dio più confacente».