Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/81

Da Wikisource.

mo, un tale candore dignitoso, che mi deliziò, che mi incantò, che ribadì per sempre le mie catene.

Non potei frenare gli eccessivi trasporti del mio animo:

«Mia dolcissima Eugenia» gridai, «di che mai andate discorrendo! La vostra età supera in certa misura la mia. Ebbene? I costumi del mondo sono altrettante follie convenzionali. Per chi ama come noi ci amiamo, in che mai un’anno differisce da un’ora? Ho ventidue anni, dite: ve lo concedo, ma, in realtà, potreste dire senz’altro ventitrè. Ora quanto a voi, mia carissima Eugenia, non credo possiate contarne più di.... non credo più di.... più di... di... di...

A questo punto m’arrestai per un momento nell’attesa che Madame Lalande m’interrompesse dicendomi li numero dei suoi anni.

Ma una francese è di rado franca, e ha sempre, per rispondere a una domanda imbarazzata, qualche piccola trovata ingegnosa. In questo caso Eugenia, che da qualche momento sembrava cercasse qualcosa nel suo seno, lasciò infine cadere sull’erba una miniatura, che raccolsi immediatamente, porgendogliela.

«Tenetela!» mi disse, con uno dei suoi più incantevoli sorrisi «Tenetela come un ricordo, un ricordo di colei che vi è riprodotta in modo