Pagina:Poe - Perdita di fiato, traduzione di A.C. Rossi, Bottega di Poesia, Milano, 1922.djvu/97

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priole, «e Croissart et Froissart!» mentre ne terminava un’altra. — » Moissart, e Croissart e Napoleone Bonaparte Froissart! ebbene, o ineffabile vecchio serpente, sono io questi! Sono io, capite? Sono io!» strillai allora colla mia voce più acuta «Sono io...o...o...o! Io sono Napoleone Bonaparte Froissart! e possa io essere eternamente dannato, se non ho preso in moglie la mia arcibisnonna!» Madame Eugènie Lalande, quasi Simpson, nata Moissart, era in realtà, la mia arcibisnonna. Nella sua giovinezza era stata molto bella, e ancora a ottantadue anni conservava la statura maestosa, la linea scultorea del capo, i begli occhi ed il naso greco della sua giovane età. Grazie a queste attrattive, all’aiuto delle ciprie, dei belletti, nonchè di capelli, di denti e di curve posticce, unitamente a quello delle più abili sarte e modiste di Parigi, riuscì a conservarsi un posto molto rispettabile fra le bellezze un peu passées della metropoli francese. Sotto questo rispetto, in Verità, la si poteva considerare poco meno che l’eguale della famosa Ninon de l’Enclos. Era immensamente ricca, ed essendo rimasta per la seconda volta vedova e senza figli, le era tornata a mente la mia esistenza in America e, collo scopo di farmi suo erede, era partita per una visita agli Stati Uniti, in compagnia di una