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poema cosmogonico in prosa, che suscitò vive ed interessanti discussioni, venne fatta alla Society Library di Nuova York addì 9 gennaio 1848 in una lunga lezione di ben due ore e mezzo consecutive, di cui è del caso riferire alcune sue idee sulla cosmogonia dell’universo.

«Intendo parlare — sono sue parole — dell’universo fisico, metafisico e matematico; dell’universo materiale e spirituale, della sua essenza, della sua origine, della sua creazione, del suo destino. L’idea direttiva che mi studierò di far valere in questo libro si è che nell’unità originale della prima causa è riposta la causa secondaria di tutte le cose, insieme al germe del loro inevitabile annichilamento.»

Discorse egli poi il mezzodì e l’occidente degli Stati Uniti, sperando nel concorso de’ suoi amici in lettere e nelle vecchie conoscenze del collegio e di West-Point, visitando la Virginia e Richmond che, memore della povera e stentata fanciullezza dell’illustre suo compatriota, rividelo con gioia splendido di beltà e brio e corretto nei propositi nuovi. Aveva egli scelto a tema di sue letture Il principio della poesia, che trattò con la nota sua lucidità e finezza, sostenendo essere scopo di quella la stessa natura del suo principio e ch’essa non doveva aver di mira che sè stessa.

Ma i buoni propositi, cui da qualche tempo