Pagina:Poe - Storie incredibili, 1869.djvu/98

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mente calde, calme e nebbiose — attrici predilette di Alciona la bella — credendomi solo, io mi era assiso nel gabinetto della biblioteca. Poco dopo, alzo gli occhi, ed eccoti ritta ritta innanzi a me Berenice.

Qual vista, mio Dio, quale vista! Ell’era una vera apparizione fosforescente. Ma era questo dunque effetto dell’immaginazione esaltata, o era l’influenza dell’atmosfera nebbiosa, o il crepuscolo incerto della stanza, o le vesti oscure che avvolgevano la sua persona, che le dèssero contorni sì ondeggianti ed indefiniti? Invero non lo saprei dire; forse nel progresso della sua malattia ella s’era fatta più alta. — Non mi disse motto; ed io per tutto l’oro del mondo non le avrei rivolta una sillaba. Un gelido ribrezzo mi serpeggiò in ogni fibra; una sensazione di angoscia insopportabile mi opprimeva; una curiosità divorante mi penetrava l’anima; abbandonandomi vinto di forze sopra una poltrona, restai alcun tempo senza respiro e senza moto, gli occhi sbarrati e fissi sulla di lei apparizione. Ohimè!, la sua magrezza era divenuta estrema, e nè un sol contrassegno del primitivo suo essere era sopravvissuto o rimasto a darle l’aria dei lineamenti passati. Infine, i miei occhi presero passionatamente a fissare il suo volto con ardore convulsivo.

Alta la fronte, pallidissima e singolarmente calma; e i capelli che, già di un nero di pirite, le cuoprivano in parte, ombreggiandole, le scarne tempia d’innumerevoli anella, adesso erano tratti ad un biondo rossiccio, la cui fantastica apparenza scempiamente contrastava con la dominante mestizia di tutta la fisionomia. Senza vita e splen-