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114 | poemetti allegorico-didattici |
X
D’amore vene ad om tutto piacere,
da gelosia ispiacer grave e pesanza;
d’amor è l’om cortese a suo podere,
4da gelosia villan con mal’usanza;
d’amor è ch’om si fa largo tenere,
da gelosia iscarso d’iguaglianza;
d’amor è l’omo ardito e sa valere,
8da gelosia codardo esser n’avanza.
D’amor ven tutto ben comunemente
quanto se ’n può pensare od anche dire,
11perch’io amo di lui esser servente:
da gelosia ven poi similemente
male e dolore, affanno con martire,
14perch’io l’odio a podere e m’è spiacente.
XI
Avegna che d’amor aggia sentito,
alcuna volta nel merzé chiamare,
cosa gravosa e soverchio pensare,
4non or me ’n blasmo d’averl’ubidito;
ché sí perfettamente il m’ha merito
di vita dolce nel pietá trovare,
che ora laudo lo bon astettare,
8e la speranza donde son nodrito;
essendo ardito di donar consiglio
a tutti amanti che sono ’n disío
11che non lor gravi lo dolce soffrire;
ch’Amor, piú ch’uom non puote lui servire
in tutto tempo, e questo ho provato io,
14rende ’n un giorno: perch’a lui m’appiglio.