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Pagina:Poemetti allegorico-didattici del secolo XIII, 1941 – BEIC 1894103.djvu/301

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il fiore 295

CXXVIII

L’armata de’ Baroni.

     Ha l’armadure ciaschedun sí prese,
e sí s’armar con molto gran valore
per dar a Gelosia pene e dolore,
4se contra loro stesse alle difese.
Ed alcun prese scudo, altro pavese,
ispade e lance, a molto gran romore,
dicendo ciaschedun al Die d’amore
8che quelle guardie saran morte e prese.
     Or sí vi conterò la contenenza
che Falsembiante fece in quella andata
11colla su’ amica Costretta-Astinenza.
E’ non menar co llor giá gente armata,
ma come gente di gran penitenza
14si mosser per fornir ben lor giornata.

CXXIX

Com’Astinenza andò a Malabocca.

     Astinenza-Costretta la primera
sí si vesti di roba di renduta,
velata, che non fosse conosciuta:
4con un saltero in man facea preghera.
La cera sua non parea molto fera,
anz’era umile e piana divenuta:
al saltero una filza avea penduta
8di paternostri, e ’l laccio di fil iera.
     Ed in mano un bordon di ladorneccio
portava, il qual le donò ser Baratto:
11giá non era di melo né di leccio;
il suocer le l’avea tagliato e fatto.
La scarsella avea piena di forneccio.
14Ver Malabocca andò per darli matto.