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il fiore 337

CCXII

[Gli stessi e Ardimento.]

     A la sua spada mise man Paura
per soccorrer Vergogna, sua vicina.
A Ben-Celar diè per sí grande aina
4ched e’ fu de la vita in avventura.
Ma contra lei battaglia poco dura.212-5
Ardimento soccorse; a la miccina,
con una spada molto chiara e fina,
8e’ sí le fece molto gran paura.
     Ma tuttavia Paura si conforta,
e prese cuore in far sua difensione,
11e disse ch’ameria me’ d’esser morta,
ch’Ardimento le tolga sua ragione.
Allora in testa gli diè tal’ iscorta,
14ched ella ’l mise giú in terra boccone.


CCXIII

[Sicurtá e Paura.]

     Quando Sicurtá vide ch’Ardimento
contra Paura avea tutto perduto,
sí corse lá per dargli il su’ aiuto
4e cominciò il su’ torniamento.
Ma contra lei non ebbe duramento:
Paura quello stormo ebbe vincuto,
e anche un altro, se vi fosse essuto;
8ma Sicurtá sí ebbe accorgimento.
     Ispada e scudo gittò tosto in terra,
e ’mmantenente, con ambo le mani,
11a le tempie a Paura sí s’afferra.
E gli altri, ch’eran tutti lassi e vani,
ciascun si levò suso, e sí s’afferra,
14a quella zuffa, come fosser cani.

Poemetti Allegorico-Didattici. 22