Vai al contenuto

Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/205

Da Wikisource.

Del libistico mar: qui virtù sola
Non da rabbia, o timor, non da desire
Cieco sospinta di grandezza umana,
E non a danno altrui, ma per salute,
Tutto qui fè virtute,
Tutta sola per fe: virtù sovrana,
Onde fra l’ombre favolose appena
Una sfumata imago
Offremi in Codro Atena,
Curzio per mezzo alla faral vorago.
E malgrado ’l girar de’ vorticosi
Flutti, e l’urtar d’alberi, e tetti interi,
Che da campi stranieri
Giù traevano a slancio impetuosi
Preda, e trofeo dei loro sdegni alteri:
Pur dell’orrenda piena
Sovra i gorghi frementi, e l’altre spume,
Tra ’l silenzio, e la tema universale,
Oltre già mezzo il fiume
Vincitor trapassava il legno frale:
Già pur di speme alcuna
Debol sorgeva infra ’l terrore un raggio
Consolatore: allor che lenta, e bruna
Una grand’ombra dal ponte avanzarsi, 1

  1. Il convoglio del Duca Guglielmo morto in Mol-