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Pagina:Poemetti italiani, vol. I.djvu/212

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Che distinse fra noi valor superno,
Se pur cosa lassù di terra s’ode,
Volga cortese il novo nume un guardo
A qualunque egli sia questo di lode
Libero omaggio, onde primiera Italia
Nella gloria di lui se stessa onora,
Italia sua, che ben rammenta ancora
Dalle Romulee spiagge
Essere un giorno il nobil seme uscito 1,
Che con maggiori auspici
Ne’ Germanici campi alte radici
Pose, e bello di se fè più d’un lito:
Italia, oh Dio! che mentre
D’incliti germi, e larghe frondi onusto
Vede il ramo fraterno estranie rive
Di bell’ombra coprir, e sul vetusto
Ceppo ivi ancor di copioso, e forte
Succo vital ripieno
Più che mai rigoglioso alzarsi il mira,
Inaridirle in seno
Vede il tronco nativo, e ne sospira.

  1. La casa di Brunsvich trae origine da un Principe d’Este passato in Germania coll’Imperadore Corrado verso la metà del secolo XI. Ved. Moreri, Muratori ec.