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La patria a ristorar, Deserta e vuota
D’abitatori non rimase punto
Lunga stagion. Di patrio zelo accesi
I fidi cittadin, cui dall’ostile
Micidial naufragio al ciel pietoso
Piacque campar, il dolce aer natio
Bramosi ormai di respirar, tornaro
Queste lor care Cheriesi mura
Malconce e guaste a riveder, che poscia
Corretti i danni, e lo squallor deterso
Fero in più vaga e maestevol foggia
Rifolgorar del passaggier sugli occhi;
Quinci le tante, e a tutta Europa conte
Cheriesi prosapie antiche, e illustri
Che da que’ primi rannestati germi
In quest’almo terren l’eccelsa origo
Traggono, e i chiari gloriosi nomi;
E quanta e qual di sì grand’avi degna
Di magnanimi figli indi non sorse
Non degenere mai nelle seguaci
E più vicine città copia felice?
Taccio i prodi guerrieri, i sommi Duci
E i togati Patrizi, e i grandi io taccio
Incliti personaggi, che i supremi
Aulici onori presso eccelsi Regi
Che scettro hanno in Europa, e vasto Impero
Giunsero a conseguir. I chiari nomi